EXSUVIA (Caparezza)

Stavo aspettando con trepidazione il nuovo album di Caparezza, uno dei miei artisti preferiti e finalmente quando è uscito l’ho acquistato e ho iniziato ad ascoltarlo.

La mia primissima sensazione è stata di smarrimento.

Non riuscivo a collocare questo lavoro, a trovare una similitudine con gli altri album precedenti. Non nascondo la grande forza di volontà che mi ci è voluta per ascoltarlo tutto.

Ho riprovato dopo qualche giorno e addirittura la sensazione di smarrimento è stata più accentuata e non sono riuscito ad ascoltarlo tutto.

Poi ho letto una intervista fatta a Caparezza e ho capito cosa voleva fare l’autore: rompere con il passato nel senso di voler cambiare il tema portante, il template musicale e guardare al futuro. Un desiderio di reinventarsi e non dover inseguire vecchi modelli se anche di successo ma esprimersi con una nuova consapevolezza data dall’esperienza e dall’età che ci cambia e ci fa guardare il mondo in modo diverso. Si possono raccontare le stesse cose ma in modo diverso.

Questa consapevolezza è diventata anche mia tanto che quando ho riascoltato l’album mi sono reso conto che anche io avevo distrutto un modello, uno schema e allora sono riuscito ad ascoltare con gusto e apprezzamento questo nuovo lavoro di Caparezza che riconfermo come uno dei miei cantanti preferiti.

«L’EXUVIA è ciò rimane del corpo di alcuni insetti dopo aver sviluppato un cambiamento formale. Un calco perfetto, talmente preciso nei dettagli da sembrare una scultura, una specie di custodia trasparente che un tempo ospitava la vita e che ora se ne sta lì, immobile, simulacro di una fase ormai superata».

CAPAREZZA

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